Sulla manovra si apre un dialogo fra governo e opposizione. 5 Stelle in piazza, Pd in contraddizione. Kiev senza luce e senza gas. Oggi scade il 110% per i condomini. L’Iran non ferma le proteste
Il giudizio finale sulla manovra economica del governo Meloni è ancora legato ai dettagli di una legge di cui sono chiare le linee di fondo, ma non i particolari. L’impianto contenuto nella Nota di aggiornamento già spedita a Bruxelles non cambierà più e sicuramente rassicura quanto a ragionevolezza sull’equilibrio dei conti pubblici. Anche se i rumors alla Camera e al Senato raccontano di uno scontento degli alleati, in particolare all’interno di Forza Italia, che si potrebbe anche manifestare in sede di approvazione della manovra. Del resto la legislatura al Senato si è aperta con un agguato degli azzurri. Anche in questa chiave va interpretato il dialogo acceso dalla reazione di Carlo Calenda, leader del Terzo polo, che pur criticando la manovra, ha offerto una posizione costruttiva. Dopo una prima reazione negativa dei suoi, la premier si è detta disposta ad un confronto. Il resto dell’opposizione, Pd e 5 Stelle, scenderanno in piazza, forse insieme. Anche se Enrico Letta dovrà stare attento a non entrare in aperta contraddizione con se stesso. Reddito di cittadinanza a parte, è proprio difficile dire in che cosa una Finanziaria di un governo col Pd si possa distinguere da quella di Giorgetti-Meloni. E d’altra parte proprio oggi sul Foglio Dario Di Vico pubblica dei numeri dell’Istat che dimostrano come il governo Draghi abbia combattuto sul serio la povertà. Le differenze poi saranno difficilmente percepibili anche su un eventuale voto sull’invio di armi in Ucraina. Tema su cui sarà invece marcata la distanza dei dem dai 5 Stelle. Vedremo dunque come si muoveranno le opposizioni. E alla fine quale sarà l’esame di Bruxelles che necessariamente deve vagliare i nostri conti pubblici.