Von der Leyen: no alla Cina, sì a Draghi. Bocciata la tassa sulle banche. Ma la Ue ignora la solidarietà sui migranti. Lampedusa nel caos: morti e disordini. La missione di Zuppi. Occidente in crisi?
Ursula von der Leyen ha tenuto un discorso sullo stato dell’Unione Europea, che dà il senso della difficoltà in cui si dibatte il nostro continente. Fatale che sia così, visto che il suo era anche un discorso di bilancio di fine mandato e la prossima primavera ci saranno nuove elezioni. Colpisce che la Commissaria abbia puntato tutto o quasi sul “green deal” e su un violento stop all’auto elettrica cinese. L’altra idea è stata quella di richiamare al servizio delle istituzioni europee Mario Draghi, presentato come «una delle menti economiche più grandi d’Europa». La chiamata ha coinciso, per caso, con la bocciatura della BCE alla tassa del governo Meloni sugli extra profitti delle banche. Per il resto, soprattutto sulla guerra e sulle migrazioni, enormi emergenze di questi anni che angosciano e dividono popoli e nazioni, Ursula ha glissato. Certo ha ribadito che l’Ucraina entrerà nella Ue ma non è andata oltre. Come scrive Marco Bresolin sulla Stampa di oggi, «il punto è che in queste ore in Europa sta per esplodere una nuova crisi migratoria e l’Ue si trova nuovamente a mani nude. Non è certo una crisi paragonabile a quella dell’estate del 2015, ma i numeri degli arrivi dall’inizio dell’anno lungo la rotta del Mediterraneo centrale iniziano a far scattare i campanelli d’allarme».
Volendo offrire una sintesi un po’ brutale: nella visione di von der Leyen c’è l’Europa delle banche e dei banchieri e c’è l’Europa che affianca gli Usa nella guerra commerciale alla Cina, in nome del “green”. Manca però l’Europa della solidarietà fra i popoli e dell’accoglienza. Manca l’Europa della pace, storicamente in prima linea contro l’uso delle armi nucleari e a favore del multilateralismo. Manca l’Europa soggetto politico autonomo, in grado di sviluppare una propria attività diplomatica, schiacciata com’è nello scontro fra Occidente e Paesi del Sud Globale.
La domanda è: per quale Europa vorreste votare?