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Stanotte alle 01.14 la sonda Dart della Nasa ha colpito l’asteroide Dimorphos per deviarne la traiettoria, stanotte si è fatta la storia, è stata effettuata la prima missione di difesa planetari della Terra.

Si è sperimentata così, a 13 milioni di chilometri dalla Terra, una tecnologia che in futuro potrebbe consentire di proteggere il nostro pianeta dall’eventuale impatto di un asteroide minaccioso. in questo evento fantastico c’è anche una piccola impronta italiana, il minisatellite italiano LiciaCube raccoglierà i primi dati sull’evento, come un fotoreporter cosmico. Mentre la sonda Dart (Double Asteroid Redirection Test) si avvicinava al bersaglio, la sua telecamera inviava a Terra immagini sempre più dettagliate della superficie irregolare e piena di asperità del piccolo corpo celeste, distante dalla Terra 13 milioni di chilometri. A ogni immagine ravvicinata l’emozione aumentava nel Centro di controllo della Nasa, fino al grandissimo applauso che ha salutato l’impatto. In quell’istante il piccolo satellite LiciaCube, gestito e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e realizzato dall’azienda Argotec, si trovava a meno di mille chilometri dall’asteroide e subito dopo la collisione è entrato in scena come un fotoreporter cosmico per riprendere il punto esatto in cui è avvenuto l’impatto. E’ stato “un impatto spettacolare!”, ha detto all’ANSA Simone Pirrotta, responsabile della missione LiciaCube per l’Asi, che ha seguito la missione dal Centro di controllo di Torino . “La tecnologia di puntamento denominata SmartNav della sonda Dart ha funzionato alla perfezione. Qui a Torino abbiano seguito con emozione la fine della missione Nasa, con la consapevolezza che nel frattempo il nostro piccolo reporter stava documentando un momento storico: la prima volta che il genere umano modifica lo stato orbitale di un corpo celeste, nei 4 minuti prima dell’impatto, Liciacube ha iniziato l’inseguimento dell’asteroide guidata non più dalle traiettorie precaricate a bordo, ma dall’Imaging System, il sistema di giuda e controllo di assetto basato sulle immagini in tempo reale”, ha aggiunto Pirrotta. La prima finestra di comunicazione con la Terra è stata alle 2:15 nella quale i nostri scienziati  hanno verificato lo stato del satellite e il registro di quanto avvenuto. Successivamente hanno iniziato a scaricare le immagini. E’ l’inizio di una nuova stagione di missioni dedicate alla difesa planetaria: dopo Dart, nel 2024 l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) prevede di lanciare Hera, la missione che dovrà esaminare e misurare il cratere lasciato dall’impatto di Dart e raccogliere dati su composizione e massa dell’asteroide. Con Dart e LiciaCube, Hera fa parte della collaborazione internazionale Aida (Asteroid Impact and Deflection Assessment), nella quale confluiranno i dati raccolti nelle tre missioni.

 

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