Ultimora: il missile caduto in Polonia sarebbe ucraino. Al G20 l’ansia di pace della maggioranza dei Paesi non trova sbocco. Incontro Meloni-Biden: gas e migranti. Si vedono i ministri Interni Ue
La stretta di mano fra Xi e Biden della vigilia e l’inizio dei lavori al G20 di Bali avevano fatto sperare. Il presidente indonesiano Joko Widodo aveva aperto ieri il G20 ammonendo che «la collaborazione è necessaria per salvare il mondo. Essere responsabili significa mettere fine alla guerra. Se non finisce sarà difficile prendere decisioni per le generazioni future: non dobbiamo permettere al mondo di cadere in una nuova Guerra Fredda». Ma sull’ansia di pace dei capi di Stati e di governo è piombato un missile sul terreno polacco, che ha provocato due morti. La Polonia fa parte della Nato e per qualche ora è sembrato che l’incidente potesse davvero allargare il conflitto. Facendo scattare l’applicazione dell’articolo 5 del Patto Atlantico. Le notizie dell’ultima ora, per fortuna, sono in parte rassicuranti. Il Presidente Usa Joe Biden avrebbe detto agli altri leader del G7 che si sarebbe trattato di un missile ucraino e non russo. Resta comunque altissima la tensione e resta la sensazione che all’avvicinarsi di una possibile pace, torni violentissima la logica della guerra. Come scrive Danilo Taino nell’editoriale del Corriere di stamane: “Siamo comunque in presenza di un salto di qualità”.
È un fatto poi che i Paesi del G20 non siano riusciti a percorrere molto il sentiero che porta al cessate il fuoco, che pure il presidente cinese Xi ha mostrato di volere nel colloquio col presidente americano Biden. Vedremo oggi il comunicato finale, ma la bozza di ieri sera non conteneva neanche la parola “pace”. Com’è noto Vladimir Putin ha disertato il vertice e il suo ministro degli Esteri Sergej Lavrov è stato presente il meno possibile ai lavori. Da parte sua Volodymyr Zelensky si è collegato da Kiev per formulare dieci condizioni per la pace, fra cui la restituzione dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Dunque un vertice iniziato nella speranza di una prospettiva di tregua, se non di pace, rischia di segnare drammaticamente una pesantissima ricaduta nella logica della guerra.
In tutto questo scenario, ancora una volta, l’Europa non c’è. Diventa irrilevante, schiacciata nella logica di una divisione del mondo dove viene rappresentata dagli Stati Uniti. I leader europei sono molto attivi negli incontri bilaterali ma la sensazione è che non ci sia una vera presenza politica comunitaria in grado di formulare proposte, mediazioni, iniziative. Per quanto riguarda l’Italia, Giorgia Meloni ha avuto un colloquio con il presidente Joe Biden. I resoconti parlano di un’intesa sulla guerra in Ucraina e sugli aiuti che gli americani hanno assicurato sia sul fronte dell’energia, sia su quello della crisi dei Paesi del Nord Africa che sta generando un flusso di migranti sulle nostre coste.
A proposito di migranti, oggi il nostro ministro degli Interni Piantedosi partecipa alla riunione dei ministri Ue e seguirà la linea del “codice Minniti” per quanto riguarda la linea da tenere con le Ong del Mediterraneo. Intanto il governo sta preparando le nuove norme sul contrasto del fenomeno. Sarà materia del prossimo Consiglio dei Ministri. I temi politici restano quelli del confronto a sinistra su Regioni e candidature mentre è scoppiato il caso di un sottosegretario alla salute, Marcello Gemmato, 49 anni, farmacista barese, in quota Fratelli d’Italia, che ha detto pubblicamente che i vaccini non servono. E non sono serviti a combattere la pandemia. Le opposizioni chiedono le sue dimissioni