Regge l’asse Meloni-Giorgetti: via Rivera dal Tesoro in favore di un suo collaboratore. Nordio contro Pd e 5 Stelle. A Parigi 2 milioni in piazza per le pensioni. MMD aveva un poster del Padrino
Cambio all’italiana nel deep state di Roma. Il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera, considerato uomo chiave della nostra amministrazione, viene sostituito dal capo economista dello stesso Ministero, il bocconiano Riccardo Barbieri, che è anche stato un suo stretto collaboratore: i due hanno l’ufficio allo stesso piano di via XX Settembre. È il compromesso cui è arrivato Giancarlo Giorgetti, che ha accontentato l’aspirazione al ricambio di Giorgia Meloni, senza rompere del tutto gli equilibri della nomenclatura interna. La coppia Giorgia-Giorgetti, sostiene Monica Guerzoni sul Corriere, continua a marciare compatta ed è forse per questo che anche le altre nomine non appaiono dirompenti. Il “machete”, chiesto a suo tempo dal ministro Guido Crosetto per disboscare i vecchi poteri, non è stato usato con la violenza attesa. Ma certo un ricambio c’è.
A tenere accesi i contrasti nel governo ci pensa la giustizia. Perché ieri il ministro Guardasigilli Carlo Nordio, parlando alla Camera, è tornato sui limiti all’uso delle intercettazioni nelle inchieste, andando ad uno scontro frontale con le opposizioni di Pd e 5 Stelle. Stamattina Il Fatto annuncia una raccolta di firme contro il Ministro. Sempre ieri però il Consiglio dei Ministri ha deciso di procedere alle modifiche della riforma Cartabia. E gli esponenti di Fratelli d’Italia tendono ad attenuare le polemiche di Nordio contro gli ex colleghi Pubblici ministeri.