Papa Francesco in un’intervista dice: “La pace è possibile”. Perché Zelensky e Putin resistono. Italia isolata in Europa e nel mondo. Finanziaria da 30 miliardi (21 per le bollette). Iran in piazza
La visita di domani alla cugina di Portacomaro, provincia di Asti, che compie gli anni, dà l’occasione a papa Francesco di parlare con La Stampa. Domenico Agasso lo interroga sull’invasione russa dell’Ucraina e il Papa dice: “Non rassegniamoci, la pace è possibile. Però bisogna che tutti si impegnino per smilitarizzare i cuori, a cominciare dal proprio, e poi disinnescare, disarmare la violenza. Dobbiamo essere tutti pacifisti. Volere la pace, non solo una tregua che magari serva solo per riarmarsi. La pace vera, che è frutto del dialogo. Non si ottiene con le armi, perché non sconfiggono l’odio e la sete di dominio, che così riemergeranno, magari in altri modi, ma riemergeranno”. Nel colloquio il Papa conferma la disponibilità della Santa Sede ad una mediazione internazionale. Il Corriere della Sera di oggi analizza le possibilità di un negoziato, dopo il pronunciamento dei generali americani del Pentagono, che premono per uno stop alle ostilità. Difficile capire che cosa possa accettare Vladimir Putin, mentre Volodymyr Zelensky, per ora, “è disposto a una sola concessione: rinunciare all’idea di spodestare Putin”. Il Fatto ricostruisce la vicenda del missile ucraino caduto sul territorio polacco: sarebbe stato lanciato dagli ucraini ma poi sarebbe finito oltre il confine polacco per un malfunzionamento tecnico.